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giovedì 31 marzo 2011

Palokarki: il picchio nero di Korouoma



Si parte alle 06,40, destinazione Korouoma, una gola a strapiombo nella taiga artica. Fa -19, ben 7 gradi in piu' di ieri. Vuol dire che la primavera arrivera' fra un mese circa. Un'ora in macchina e poi un km e mezzo a piedi, seguendo le tracce della motoslitta di Hannu Hautala, il grande, mitico elfo della fotografia naturalistica. Saliscendi nella foresta, tracce di animali sulla neve intatta, e alla fine si entra in un capannino angusto (dentro -2) a strapiombo sul canyon. Ci sono picchi rossi maggiori ovunque. Poi, preceduto dal suo grido inconfondibile, ecco il picchio nero, il piu' grande d'Europa. Viene a alimentarsi a pochi metri da noi. E' la prima volta per Patrizia, emozionatissima. Alle 11 si torna felici, con un cielo splendente e un freddo che ancora punge.

mercoledì 30 marzo 2011

Sotto il cielo australe



Un abbraccio, stellare, a Fabrizio e Patrizia, da Lissataba - Hoedspruit, Sudafrica.
Spunti da un viaggio per conoscere e raccontare il Leopard Conservation Project.
Sotto l'immenso cielo africano, rigato di giorno dal silenzioso volo degli elicotteri dei bracconieri e riscaldato la notte dall'abbraccio scintillante delle stelle.

Il 29 marzo 2011: una giornata normale

Cosa rende una giornata normale di fine marzo tale da meritare l'onore di entrare a far parte del nostro blog? Apparentemente nulla. O tutto. L' inizio, alle 7 di mattina (ora locale, 6 in Italia) é veramente freddo. La casa rossa dei due cieli é bloccata nel bianco con un -26 senza un pelo di uniditá e un alito di vento. Lo scoiattolo, uno dei tre che frequenta le nostre mangiatoie, se ne sta in alto su una delle grandi betulle del giardino. Poi si esce per andare a vedere e il fiume che mette in comunicazione due parti dello stesso lago, il Kitka, é appena coperto da un velo di ghiaccio come fosse vetro. Di solito non gela tutto, neppure in pieno inverno, ma sono 5 notti che la temperatura scende sotto i -20. Lo stesso fiume, al tramonto, si tinge di rosa. La notte, stellatissima, promette un'aurora boreale che non arriva. Passata la mezzanotte si va a dormire ma poi, alle 3, eccola la revontulet, la coda delle volpi polari come la chiamano i Sami, i poromiehet, gli allevatori di renne. Le foto di Patrizia e il mio acquerello sintetizzano la normalitá di una giornata di sogno.

lunedì 28 marzo 2011

Tancho: la gru di Manciuria

Tancho é il nome giapponese di questa splendida gru. Simbolo di pace e di amore é stata raffigurata e dipinta da sempre dai pittori di corte, dagli artisti e dai disegner di questo sfortunato Paese, devastato, e su cui incombe ora una minaccia nucleare che, come sempre, é stata sottovalutata e nascosta nei primi giorni del dopo terremoto. Queste foto di Patrizia, scattate ad Akan, due settimane prima della catastrofe, vogliono ancora una volta essere un messaggio di rispetto per chi é scomparso in quell'11 marzo trascorso da poco piú due settimane. E che non possiamo dimenticare.

sabato 26 marzo 2011

il crociere sul ponte di Vuotunki

Siamo tornati alla casa rossa dei due cieli da una settimana. Un viaggio in macchina e in nave, lungo quanto basta. E il nostro nord del mondo ci ha accolto come sempre con il biancore della neve che ricopre ogni cosa. Con temperature ancora invernali, con le stellate inimmaginabili e le aurore boreali che ci sono state nelle notti nuvolose (quindi invisibili). E' una fine marzo in cui vediamo molti crocieri, di solito meno visibili. Due giorni fa Patrizia li ha fotografati al ponticello per la strada che porta al Kusinkijoki e a Vuotunki. Stamane erano in due a gironzolare nel giardino. Per la cronaca stamane alle 05:30 faceva -21, come dire gelo polare siberiano. Ma quassú, come molti di voi che hanno la compiacenza di seguirci sanno, tutto funziona e si svolge secondo natura.

giovedì 24 marzo 2011

Hokkaido: ancora appunti con il cuore in gola

Le aquile di mare di Steller, a centinaia, posate su pinnacoli di ghiaccio in un mare coperto di bianco, fuori dal porto di Rausu. Le gru di Manciuria, a centinaia, che gridano e danzano, sui campi innevati intorno ad Akan. Sono ricordi che il terremoto dell´11 marzo ha riposto in un angolo del cuore. Ci sono immagini terribili che si accavallano: le macerie sopra le macerie, i porti cancellati, intere pianure fertili rese fango di morte. Hokkaido e´stata toccata in parte. Avevamo conosciuto un ornitologo eccezionale, Take-san. Lui e la moglie gestiscono un B&B dove fanno capo tutti gli appassionati di natura che passano da quelle parti. Lui é prodigo di consigli, entusiasta, disponibile. Abbiamo saputo che, alle prime avvisaglie del sisma, si e´allontanato con la famiglia e amici. Saliti sulle colline non hanno rischiato la vita ma hanno avuto danni alla loro casa. Cosí gli dedico questi tre appunti e lo ringrazio per averci ospitato.

martedì 22 marzo 2011

L'isola di Hokkaido: la meraviglia e la disperazione

Questi dieci schizzi a matita e acquerello per non dimenticare un viaggio meraviglioso, offuscato da una tragedia immane. Un omaggio a un Paese abitato da gente coraggiosa, stremato da lutti e devastazioni indicibili.

domenica 20 marzo 2011

Un attimo per riflettere

Il 23 febbraio siamo tornati dall' isola di Hokkaido, fermandoci a dormire a Tokyo. L'11 marzo un terremoto devastante e uno tsunami smisurato hanno ucciso e distrutto, creando problemi enormi anche nucleari. Avevamo cominciato a mettere le bellissime fotografie di Patrizia sul blog, per documentare un viaggio meraviglioso. Ma ci siamo dovuti fermare, per rispetto dei tantissimi morti, per riflettere. Siamo tornati nel nostro nord del mondo, nella regione del Koillismaa, nella Finlandia del nordest, nella casa rossa dei due cieli. Poi la decisione di una grande fetta del Primo mondo di annientare un assassino pazzo come Gheddafi, dopo averlo adulato e finanziato, per non perdere gas e petrolio. Ci sono cose ormai nel mondo che  fanno orrore. I potenti della Terra di fronte alla tragedia di un terremoto atteso e previsto da sempre, non hanno avuto pudore di fermarsi: avevano il prurito alle mani e la voglia di sparare contro un dittatore ormai scomodo ( a cui qualcuno di impronunciabile baciava persino la mano). Il terremoto in Giappone e´acqua passata, anche se tutti per paura di perdere le future eventuali elezioni parlano di pausa di riflessione sul nucleare e sulle nuove previste centrali. Noi siamo, lo ripetiamo, sgomenti di fronte a quello che accade. Guardiamo intorno alla casa: la neve, il cielo, il paesaggio, gli uccelli che vengono a mangiare il cibo che gli diamo. La notte ascoltiamo il richiamo di un gufo che non smette mai. Per ore lancia il suo richiamo nel vento. Abbiamo bisogno di un momento di silenzio.

martedì 8 marzo 2011

Il gufo pescatore di Blakiston

Questo gufo pescatore, specie in pericolo di estinzione, fu scoperto in Giappone dall'esploratore inglese Thomas Wright Blakiston. E infatti porta il suo nome. E' più grande del nostro gufo reale e si dice sia il più grande del mondo. Nell'isola di Hokkaido è presente con un numero imprecisato di coppie e pesca di notte nei ruscelli che scendono a mare. Lo abbiamo visto, anzi ne abbiamo visti tre, una sera, piazzati in macchina aspettando ore. Ma è stato uno spettacolo indimenticabile.

Georg Wilhelm Steller: la sua grande scoperta

Parlando di Steller, raccontando delle aquile di mare da lui scoperte, siamo entrati nel mondo di questo straordinario esploratore, medico e naturalista della prima metà del Settecento. La sua più grande scoperta fu questo enorme sirenide, stessa famiglia dei dugonghi e dei lamantini, ma gigantesco abitatore dei luoghi più freddi del mondo. Durante la spedizione di Vitus Bering, 1741, Steller lo classificò. Ne furono uccisi alcuni esemplari per essere mangiati. Pare che le loro carni fossero eccellenti. Gli fu dato il nome scientifico di Hidrodamalis gigas. 27 anni dopo questa scoperta la specie fu estinta da marinai e pescatori che avevano cominciato a scorrazzare tra le Aleutine e il golfo di Bering. Mitissimo come tutte le specie della famiglia dei sirenidi, lo Steller's sea cow (così lo chiamarono gli inglesi) fu letteralmente massacrato. Navigando su Google abbiamo voluto estrapolare alcune immagini di ricostruzione fantastica ma anche la foto del vero scheletro di un esemplare che si trova nel museo, incredibile a dirsi, di Helsinki.

sabato 5 marzo 2011

Aquile di mare a Hokkaido





Aquile di mare. Imponenti e maestose nel nostro nord del mondo: Finlandia e soprattutto Norvegia. Nell'isola di Hokkaido invece sentono la sudditanza delle gigantesche aquile di mare di Steller. L'atteggiamento è diverso e se la battono con corvi e gabbiani per accaparrarsi un pesce. Un tempo, da millenni si dice, i pescatori Ainu, l'etnia che viveva ad Hokkaido, erano soliti dar da mangiare alle aquile d'inverno, quando l'Oceano ghiaccia in parte. Ora le aquile e soprattutto quelle di Steller sono diventate un'attrazione per i fotografi di tutto il mondo che arrivano nella cittadina di Rausu per imbarcarsi sui battellini che fanno la spola tra i ghiacci per l'affascinante incontro con questi grandi rapaci, tranquilli e abituati allo scatto a ripetizione di centinaia di persone che usano le migliori macchine fotografiche del mondo e i più costosi teleobiettivi. Patrizia, a onor del vero, ha scattato tutte le fotografie del blog con la sua piccola e meravigliosa Panasonic Lumix, incurante e per nulla intimorita dai mostri sacri della fotografia naturalistica. Credo di non essere eccessivamente partigiano nel dire che ha fatto un lavoro eccezionale.

mercoledì 2 marzo 2011

I cigni selvatici di Kusharo ko








Il lago Kusharo, all'interno della punta nordest dell'isola di Hokkaido, è il luogo scelto da migliaia di cigni selvatici che dalla Siberia scendono a latitudini molto più basse per svernare.
Il lago è enorme e ha una serie di sorgenti calde che tengono aperta dal ghiaccio una fascia costiera di pochi kilometri. E' qui che incontriamo questi meravigliosi animali, monogami per la vita. Si lasciamo avvicinare a pochi metri. Atterano e ripartono, dormono sul ghiaccio, si spiumano; tra loro i giovani si riconoscono per il piumaggio grigio scuro.